Venerdì, 02 Febbraio 2018 23:00

Intervista a Theresia Bothe In evidenza

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Theresia Bothe Theresia Bothe Theresia Bothe

Incontriamo Theresia Bothe, cantautrice e musicista ispirata dalla tradizione classica, con una carriera internazionale e l’impegno civile a sostegno di numerosi progetti per il sociale.

Ciao Theresia e benvenuta sul Blog di Patamu! Nata in Canada, con origini europee, hai studiato e lavorato in vari paesi tra cui Inghilterra, Messico, Germania e Italia. Quali sono i tuoi punti di riferimento attuali?

Non è facile per me parlare di punti di riferimento, ma credo che un punto fisso rimanga il Messico, non solo perché ci sono cresciuta, ma perché i miei vivono tuttora lì ed è sempre importante per me tornare con una certa regolarità. L’altro punto di riferimento è senza dubbio il mio lavoro che cresce e cambia insieme a me; mi ha insegnato più di quanto avrei immaginato e mi offre sempre cose nuove. È da due anni che vivo nella meravigliosa isola nel cuore del Mediterraneo, la Sicilia. Questo è il mio punto di riferimento Europeo, qui nutro tanti legami che ho costruito negli anni. I 15 anni precedenti vivevo a Basilea, Svizzera. È un bel contrasto da molti punti di vista, che mi arricchisce e richiede da me flessibilità e creatività.

Il mestiere del musicista è spesso legato al viaggio. Cosa significa per te viaggiare?

Viaggiare per me non ha un solo significato ma tanti diversi. Ho viaggiato tanto per lavoro, ma anche per curiosità, conoscenza, condivisione… Viaggiare può essere faticoso e ha bisogno di coraggio – soprattutto quando si viaggia soli e non si conosce bene il contesto in cui ci si sposta, ma apre tante possibilità di incontri e condivisione. Viaggiare per il piacere della scoperta è meraviglioso, s’impara più che in qualunque libro! Viaggiare per visitare persone care è un privilegio che offre l’epoca in cui viviamo. Come musicista viaggiare per lavoro è soprattutto condividere, perché più che conoscere i posti, si conoscono sempre meglio le persone con cui si viaggia.

Nei tuoi live troviamo molti strumenti classici: liuti e strumenti antichi che ci riportano da subito alla cultura rinascimentale, medioevale, barocca o alle tradizioni regionali. Cosa ti ha ispirato a creare il tuo sound e ad appassionarti al genere classico?

Che bella domanda, grazie! Conosco molti stili musicali, alcuni mi piacciono di più ed altri di meno ma non vedo la divisione fra “classico” e “popolare” (usando le parole nel senso più generale) la musica non è divisa, questo lo abbiamo inventato noi. Prima di diventare cantautrice mi sono laureata come cantante professionista ed insegnante di canto in Germania, con specializzazione nel repertorio della musica antica. Con altri tre anni di studio ho conseguito una ulteriore specializzazione nella musica del primo barocco italiano (lo stile più affascinante ed espressivo che esiste!), e nella canzone colta tedesca, che crea mondi immensi in piccolissimi brani di tre minuti! Non ho dubbi che abbia influenza sulle mie composizioni.

In molte occasioni sei stata anche insegnate di musica, cosa ti ha lasciato quest'esperienza?

La mia esperienza come insegnante mi ha dimostrato che partendo senza pregiudizi dalla posizione delle persone (stilisticamente parlando) si riesce ad avvicinarle a nuovi stili. I miei allievi si lasciano coinvolgere e s’innamorano non d’una idea generalizzata di stile, ma di un brano, di un compositore, oppure del suono di qualche strumento che non conoscevano. Il liuto per esempio ha un suono immensamente dolce e accattivante. Mi piace pensare che posso portare bambini e ragazzi ad ascoltare cose diverse, che appartengono anche al loro patrimonio musicale storico.
Ho iniziato a scrivere musica per esprimere cose che non ho trovato nel repertorio conosciuto. Tuttavia sin dall' inizio ho pensato alla parte didattica. Ho scelto consapevolmente gli stili di composizione. Per esempio nel Guatemala ho scritto alcuni brani nello stile latino-americano perché lavoravo con ragazzi locali; succedeva poi che, una volta conquistata la loro fiducia e la loro attenzione, potevo scrivere e proporre loro altri brani in stile quasi rinascimentale o classico. I ragazzi si lasciavano conquistare lo stesso dal brano perché esprimeva i loro pensieri; perché le parole erano le "loro" parole: questo è parte della mia metodologia.

In Sicilia, recentemente, hai coinvolto in un tuo progetto altri bambini e ragazzi locali. Com'è andata?

Una delle ultime composizioni che ho scritto propone un paragone fra la storia di Palermo e la Chiesa dello Spasimo: è un “Discorso Concertato” cioè un brano in cui una persona recita un discorso mentre un coro la accompagna e talvolta commenta musicalmente le sue parole. È stata accolta con entusiasmo dal pubblico perché il tema è legato alla sensibilità del contesto sociale del territorio, e le persone riuscivano a seguire il discorso, anche se la musica era in uno stile sconosciuto. Ho scritto una grande quantità di canzoni per bambini, per educali a cantare ed accompagnarsi, inspirandoli anche ad inventare loro stessi la musica. Più stili diversi conoscono, più riescono a dare ampio respiro alla loro fantasia. Molte persone che non hanno avuto una educazione musicale a volte possono dire “non capisco la musica classica” senza pensare che la musica non bisogna capirla ma amarla, e il modo migliore di imparare ad amarla è esserne soggettivamente coinvolti.

Che rapporto hai con la tecnologia? La utilizzi per comporre, per i tuoi concerti e nella vita privata?

La tecnologia è indispensabile per tenerci in contatto e musicalmente attivi in diverse parti del mondo. Trovo splendido tutto ciò che si può fare, e le immense possibilità di questi mezzi mi lasciano sempre a bocca aperta. Non sono molto competente né troppo aggiornata nell' uso della tecnologia ma riesco lo stesso a trarne notevoli vantaggi. Per quest’anno ho deciso di lanciare una serie di video per condividere la musica che scrivo e il metodo didattico che uso per insegnare musica ai bambini, l’ho chiamato “Canto Creativo: imparare la musica inventandola”. La prima serie è per genitori con bambini piccoli fino a 4 anni intitolata “Gocce di note”. La seconda si chiama “La voce della musica”; copre la base musicale necessaria per bambini di qualunque età che porta alla terza serie, intitolata “L’universo della musica”, in cui condividerò più che altro esperienze e repertorio. Sono consapevole del fatto che è diverso imparare in classe rispetto ad imparare da un video, ma proverò ad essere efficace. Non uso la tecnologia per scrivere musica, nasce della immaginazione e lo scrivo su carta. Ci sono molti pezzi che ho trascritto solo per facilitare la lettura agli interpreti.

Come abbiamo detto ad inizio intervista, sei un’artista internazionale. Negli ultimi anni l’offerta culturale ed i canali media digitali sono cresciuti notevolmente in tutto il mondo. In questo sviluppo vedi un’opportunità o il rischio di una omologazione dei contenuti?

Vedo entrambe le cose. Le opportunità sono immense ed è importante per ogni utente capire la responsabilità che ha nel discernere sulla credibilità, la qualità dell’informazione e l’uso delle possibilità che ci offre il web. Inevitabilmente torna il discorso dell’educazione. È vero che tante volte ci troviamo con una grande mancanza di contenuto e cultura e, mancando la mente critica, il prodotto, musicali o meno, viene consumato come valido. Credo che sia molto importante iniziare ad educare i bambini all' uso cosciente delle possibilità che le nuove tecnologie ci offrono. Il caso della musica è estremo perché se manca l’esperienza del concerto dal vivo manca una parte fondamentale. Io sono affascinata dalle possibilità che offre il web! Per esempio ho trovato Patamu facendo una ricerca per una alternativa alla SIAE per quanto riguarda i diritti d’autore. Attraverso il web abbiamo la possibilità di imparare e conoscere cose che fino a ieri erano inaccessibili, e questo è stupefacente! Ma bisognerebbe tenere sempre in considerazione che non è la realtà ma uno specchio che a volte può suggerire un riflesso molto distorto.

Hai dato vita a numerosi progetti di promozione sociale. Cosa ti ha spinto a sostenere questo impegno?

Da quando ero piccola ho sentito il bisogno di mettere a disposizione quello che so per creare un mondo più giusto. Ora dopo anni di camminare, condividere, osservare, cantare, non solo ho abbandonato la parola “giusto” ma sono anche più consapevole della difficoltà che può implicare il “voler aiutare”. Mi piace l'espressione “sostenere questo impegno”: è un bel modo di descrivere la mia attuale posizione intellettuale e soggettiva. Sicuramente il desiderio di conoscere e condividere mi ha spinto ad iniziare la mia attività, ma adesso non è solo questo desiderio originario che mi fa “sostenere” l’impegno. Credo che ora esso sia motivato soprattutto dalla immensa gioia che offre la condivisione. Credo che sia il fatto di rendermi conto che io ricevo più di quanto posso dare. Credo che siano le emozioni uniche che si provano quando intorno ci sono persone che hanno vite difficili ma amore nello sguardo, ed un profondo apprezzamento per la musica che porto. Credo che sia la consapevolezza che l’umanità è una sola e che tutti ne facciamo parte.

Il pubblico è parte fondante dello spettacolo. Che rapporto hai con le persone che ti seguono?

Hai ragione. Per quanto riguarda il pubblico che segue i miei concerti, devo dire che il bellissimo pubblico della Svizzera e della Germania che per tanti anni mi ha seguito e sostenuto, l’ho un poco abbandonato (per quanto riguarda concerti dal vivo), e questo è una conseguenza inevitabile del fatto che non vivo più a Basilea. Ma, il pubblico italiano e in particolare quello siciliano, mostra una grande sensibilità, una viva curiosità, e un grande rispetto per gli interpreti. Questo fa sì che ogni incontro sia caratterizzato da grande attenzione e partecipazione e che alla fine del concerto tutti manifestino un entusiastico apprezzamento. In questo caso mi viene in aiuto la tecnologia, perché posso condividere tramite il web un poco di ciò che è il mio lavoro attuale. Ho appena creato una mailing-list per informare le persone interessate a seguire il mio lavoro presente e futuro. Stiamo creando anche dei workshop in Sicilia in maniera da conseguire un doppio risultato: quello di fare conoscere quest’isola splendida e quello di cantare insieme. Dall’altra parte, i video di cui parlavo prima, sono pensati proprio per persone che mi hanno seguito da tanto tempo, per permettere loro di imparare a casa e di potermi fare domande, e per stimolarli a sviluppare il loro potenziale musicale e creativo.
Ringrazio a questo punto coloro che mi seguono. Ringrazio anche voi di Patamu per avermi invitato nel vostro Blog!

Trovate più informazioni su Theresia in questo link!

Letto 8872 volte Ultima modifica il Venerdì, 09 Febbraio 2018 13:40
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