Patamu: Eccoci qua! Ciao a tutti! E benvenuti nel mondo di Patamu! Per prima cosa, che ne direste di raccontarci un po' di voi e della vostra carriera? Ormai siete all'attivo da più di 30 anni, giusto?
CROHM Sergio: … carriera è una parola grossa. Noi siamo gente normale (anche se mio figlio dice il contrario!).
Riccardo: In realtà abbiamo vissuto i favolosi ’80 che per l’Heavy Metal sono stati fondamentali con la nascita di tutti i grandi gruppi. Ci siamo formati nel 1985 e abbiamo debuttato il 5 febbraio 1986 per una rapida galoppata fino al 1998… poi ci hanno come ‘congelati’ per circa 26 anni.
Zac: Il tempo, i casi della vita e altre esperienze musicali ci hanno separato per un bel po’, fino al 2014 quando un autorevole giornalista locale ha ideato “Ottanta voglia di rivederci” caldeggiando una nostra reunion. Invece di essere una nostalgica e un po’ sbiadita occasione di revavil per noi è stata invece una scintilla che ha riacceso la passione… e abbiamo scoperto che il nostro Metal piace ai nostri coetanei (tre membri della band su quattro sono del 1967), ma anche ai ventenni e proprio per questo ci hanno chiesto di continuare.
Riccardo: E così rieccoci qua con riscoperte energie e nuove idee comuni da riversare in nuovi brani, rinnovati Heavy Metal ex-Kids ☺
Patamu: Quali sono state le vostre principali influenze musicali? Come si è evoluto il vostro universo artistico negli anni?
CROHM: Noi siamo nati negli anni in cui gli Iron Maiden pubblicavano i loro dischi e così abbiamo respirato fin dall’inizio Judas Priest, Blue Oyster Cult, Saxon, Symphony X, Black Sabbath, Megadeth, Anthrax, Metallica, Slayer, Fates Warning, Savage. A queste si aggiungono tutte le esperienze musicali di ascolto e di produzione dei due decenni successivi, anche di molte altre band non esplicitamente HM, ma restiamo molto legati alla ‘culla’ Metal…
Patamu: Avete aperto a gruppi come "Anewrage","Alteria" e poi nel 2015 ai "Mago de OZ". Sono esperienze di tutto rispetto. Com'è andata?
CROHM Sergio: Bene, meglio di quanto credessimo forse grazie all'età che aiuta a non agitarsi più di tanto.
Riccardo: Non abbiamo avuto quel timore reverenziale verso ‘i grandi’ o verso chi ha esperienze di grandi festival o grandi palchi. Questo forse è dovuto un po’ all’età matura e un po’ al tipico essere sbruffoni dei rocker d’antan…
Patamu Il 17 Giugno vi esibirete per la "Metal Soirée" in patria, in Valle d'Aosta. Sarete accompagnati da un’orchestra d’archi della SFOM e saranno presenti "Alteria" e la sua band. Volete parlarcene?
CROHM Sergio: È una grande soddisfazione che non credevo di poter mai provare. Una scommessa vinta grazie a un mix di perseveranza, lavoro e fortuna. Quest'ultima è ingrediente fondamentale in ogni cosa. Speriamo di averne ancora molta!
Riccardo: Siamo stati inseriti nel cartellone della Saison Culturelle, la rassegna più prestigiosa nella nostra regione, organizzata da 31 anni dall’Assessorato Regionale Istruzione e Cultura grazie a quel mix di cui parlava Sergio. E inoltre siamo il primo gruppo Metal a far parte di questo composito programma! Suonare sul palco con 12 archi, insieme alle due violoncelliste storiche Serena Costenaro ed Enrica Marzani che spesso ci accompagnano nei nostri live e al M° di arpa celtica Vincenzo Zitello è una specie di celebrazione in grande stile dei nostri 30 anni dal debutto… 1986-2016…
Zac: In questo "secondo tempo" del nostro percorso musicale insieme, abbiamo avuto la grande chance di collaborare con grandi artisti, anche in situazioni live. Ogni show o registrazione diventano opportunità di sperimentare; in quest'occasione suonare con un'intera sezione d'archi sarà una nuova esperienza indimenticabile.
Fabio: Condividere il palco con Alteria, un’artista conosciuta e molto brava, è un’ulteriore occasione di fierezza che completa la serata nel migliore dei modi.
Patamu: Sappiamo poi che siete al lavoro sul vostro secondo album discografico ad un anno dalla pubblicazione di "Legend and Prophecy". Come procede?
CROHM Riccardo: “Legend and Prophecy” è stato un atto dovuto, una forma di rispetto ai nostri brani nati negli anni 80 e riarrangiati nel 2014 che meritavano di essere pubblicati per ‘esistere’ come testimonianza del ‘da dove veniamo’.
Zac: Il nuovo disco è invece un ‘dove stiamo andando’ e l’apporto di Fabio Cannatà come primo vero batterista ufficiale della band è importante. Alcuni brani sono ancora in via di definizione e pertanto non vogliamo affrettarci, ma entro pochi mesi dovremmo arrivare al traguardo con un prodotto più moderno rispetto al precedente, nonché inaspettatamente vario.
Sergio: Speriamo di riuscire a pubblicarlo a inizio autunno. I pezzi ci sono e sono buoni, con Fabio, come diceva Zac, abbiamo fatto un salto di qualità e abbiamo lavorato benissimo. Ha un grande entusiasmo ed è una gran persona. Credo che ci abbia dato la spinta giusta. Sarà un album vario come L & P, forse un po' più duro, credo più maturo. Bello? Certo! D’altronde.... ogni scarrafone è bello a mamma sua!
Sergio: Lavorare con loro ed essere parte integrante della band è un’emozione fortissima. I Crohm li conoscevo di nome fin da bambino, essendo stati negli anni ’80, il primo gruppo Metal della Valle d’Aosta. Quando si sono riformati li ho seguiti nei loro concerti e non appena mi è stato chiesto se avessi voluto suonare con loro ho accettato con entusiasmo. Ora abbiamo lavorato assieme ai brani nuovi e l’apporto di tutti ha costruito pezzo per pezzo un disco bomba!
. Insatiable è stata votata come brano del mese a marzo 2016 da Rock’n’Roll Radio.
Patamu: I vostri testi hanno un'anima ben differente da quella del Metal che si ascolta al giorno d'oggi, volete parlarcene?
CROHM Sergio: I testi dei Crohm riflettono sostanzialmente ciò che per noi è il Metal: un modo energico di esprimere la vita in senso lato. Gli stati d'animo, le riflessioni interiori e sociali, l'energia sia positiva che negativa che le vicissitudini quotidiane di ognuno di noi ci fanno provare.
I testi nascono così da impressioni, sentimenti personali, notizie di cronaca, dalle nostre opinioni sui grandi temi universali, ma anche semplicemente dal rapporto quotidiano con gli altri e dalle soddisfazioni o delusioni che ne fanno parte.
È per questo che nelle nostre canzoni puoi incontrare la rabbia per una società guidata solo dal profitto, che pare abbia dimenticato del tutto quali sono le cose importanti della vita, alla disperazione per un amore perduto, dal monito per il rispetto della natura alla gioia di suonare metal con gli amici, dalla depressione per la solitudine alla speranza per un nuovo inizio, dalla consapevolezza che il "male" si può annidare in ognuno di noi all'insensatezza della guerra e alla paura e al coraggio che può provare un uomo su un campo di battaglia.
Non credo che i nostri testi valgano più di altri che raccontano fantasticherie sul diavolo o che elogiano la bellezza femminile in quanto tale (cosa che peraltro condividiamo!), semplicemente è il nostro modo di intendere la musica al di là della "moda" del momento (che potrebbe magari fruttare un contratto commerciale, ma, alla nostra "veneranda età", siamo consapevoli di essere fuori tempo massimo per queste cose e allo stesso tempo felici e orgogliosamente liberi di poter esprimere noi stessi) e, speriamo, il nostro piccolissimo contributo al risveglio delle coscienze e alla comprensione di quali sono a nostro giudizio i veri valori della vita.
Per farla breve, per noi il Metal è una cosa "genuina"! Come la birra buona!
Patamu: Per concludere: Patamu vi è stato utile durante il vostro percorso artistico? Come vi siete trovati? Piattaforme digitali dedite a questo tipo di servizi fino al decennio scorso non esistevano: com'è cambiata la situazione?
CROHM Sergio: Patamu ha il grande merito di offrire un servizio onesto e semplice alla portata anche delle piccole band e di aiutare il mondo della musica underground a uscire dai diktat strettissimi e onerosi di un regime di monopolio del copyright che non ha senso.
Zac: Finalmente tecnologia e spirito di iniziativa migliorano una situazione da troppo tempo incentrata su un regime di monopolio burocraticamente obsoleto. Thumbs up!
Riccardo: Patamu l’ho percepito come una ‘case dell’autore’ dove ci si sente a proprio agio con persone che lavorano per tutelare serenamente e seriamente le tua opera. Prima di Patamu gli autori come noi hanno accuratamente evitato di proteggere le proprie opere perché purtroppo ci venivano richiesti solo oneri senza né onori né un minimo riconoscimento economico… e siamo già così tanto tassati per ogni cosa che esserlo anche per la produzione del proprio ingegno ci sembrava esagerato! E che i proventi del nostro ingegno e del nostro lavoro andassero solo ai ‘soliti noti’ o ai ‘grandi nomi’ non ci sembrava giusto (siamo e restiamo rockers!).
Negli anni ’80 non c’era scelta e quindi il problema non si poneva perché c’era una triste rassegnazione. Ma oggi questa impossibilità a scegliere e la conseguente mancanza di libertà, correttezza e giustizia è stata sostituita da una modalità più equa.
Grazie a tutti!
Intervista realizzata da Andrea Tonoli