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Mercoledì, 03 Maggio 2017 23:00

Intervista a Chiara Filincieri - Artista Patamu

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Chiara Filincieri Chiara Filincieri Artista Patamu

 

Chiara Filincieri, fumettista e disegnatrice siciliana è una delle giovani artiste iscritte a Patamu. Ha di recente pubblicato vignette contro la violenza di genere con i protagonisti del suo Fumetto “Lo strano caso di Lucy Rainbow e Ombretta Black”. Alcune di queste sono visibili sul web magazine Bossy.it


Ciao Chiara, e benvenuta sul blog Patamu! Per un’artista emergente il problema della visibilità è fondamentale, sia dal punto di vista economico che per la motivazione. Quale è la tua esperienza?
 

Ciao e grazie per lo spazio che mi dedicate! La visibilità è fondamentale perché rappresenta il momento in cui il tuo lavoro incontra i suoi fruitori ed è soprattutto così che puoi capire se quello che fai “arriva”, se funziona. Per quanto riguarda la motivazione, se so che anche una sola persona mi segue e sta aspettando, ad esempio, delle nuove vignette, sono più motivata a produrre, è una spinta davvero molto forte per me, mi fa sentire come se avessi fatto una promessa e dovessi mantenerla. Solo un appunto sulla visibilità: qualche furbastro la usa come moneta per “pagare” lavori ingrati. Non è questo ciò di cui parlo! Anche perché il concetto di visibilità fine a se stessa è piuttosto astratto; io credo che dovrebbe essere più una conseguenza di un lavoro ben svolto e collocato nei giusti contesti. Fare ritratti gratis a duecento persone per la sagra dell’acciuga, ad esempio, non credo proprio che valga la pena, ma non è inverosimile che qualcuno possa pensare di proportelo!

Quando pensiamo a disegnatori e fumettisti, immaginiamo spesso artisti con le mani sporche di colori. La tecnologia ha dato un grande contributo a questo settore. Qual è il tuo rapporto con i programmi digitali?

Non abbiamo un gran rapporto! C’è un problema di comunicazione. Però dobbiamo collaborare. In genere ho sempre usato il computer solo per lo stretto indispensabile: la scansioni, i testi (ma probabilmente, se avessi una grafia leggibile, avrei fatto a mano anche quelli!), qualche aggiustamento… Ultimamente sto sperimentando un po’ col colore, continuando a usare l’acquerello come base, ma “campionandolo” al PC. Per fortuna ho dei colleghi molto più bravi di me con queste cose, altrimenti sarei persa. Fino a pochi giorni fa, una mia amica mi ha mostrato come fare in un secondo – non scherzo, un secondo! – una cosa per cui io impiegavo almeno cinque minuti. Poi ha esclamato che mi avrebbe presa a schiaffi fino all’indomani.

Quali sono stati gli autori che ti hanno ispirato di più?

I primissimi ad avermi ispirata a disegnare fumetti, da bambina, sono stati Schulz e Silvia Ziche.

Che rapporto hai con la tua terra d’origine?

La amo moltissimo, vorrei che guarisse dai suoi mali e ci credo, che potrebbe riuscirci, ma si tratta di un processo di guarigione lento e a cui tutti dovrebbero contribuire. E vorrei che chi lasciasse la Sicilia, lo facesse solo per proprio volere e non per necessità e a malincuore.

Hai recentemente pubblicato delle tue vignette contro la violenza di genere. Molti artisti sono disponibili a fare da testimonial, tu invece hai voluto inserire questo tema direttamente nei tuoi lavori. Che cosa ti ha spinto a farlo?

Nel mio fumetto “Lo strano caso di Lucy Rainbow e Ombretta Black” parlo spesso di temi simili, anche se in genere lo faccio con più leggerezza o almeno in contesti più leggeri. Di solito preferisco affrontare le cose con ironia. La serie di vignette sulla violenza di genere è stata la mia adesione alla campagna “Violenza di genere è…” della pagina Abbatto i Muri, nell’ambito della manifestazione “Non una di meno”. Mi è semplicemente venuto spontaneo far parlare i miei personaggi, come se fossero stati loro stessi ad aderire all’iniziativa, raccontando le proprie esperienze. In un certo senso, i miei personaggi hanno fatto da testimonial! L’argomento della violenza di genere mi sta a cuore perché mi stanno a cuore i problemi della gente, soprattutto se sono la conseguenza di ingiustizie sociali. Il sessismo crea tanti di quei disagi alle persone (non solo alle donne!) e spesso è così radicato nel pensiero comune, che non lo riconosciamo nemmeno come causa del problema.

Come ti sembra la situazione italiana per le donne che fanno arte?

Questa domanda ha generato dei piccoli dibattiti, perché l’ho rigirata a qualche amica e collega. Dirò la verità: non ne sono venuta del tutto a capo, il discorso è molto ampio e non ho un’unica risposta. Per quanto riguarda il fumetto, non ho mai avuto l’impressione che l’ambiente fosse sessista, non mi sono mai sentita discriminata in nessun modo. Magari ho avuto fortuna, comunque ci sono veramente tante professioniste che mi sembra siano stimate e rispettate esattamente come i colleghi. Per quanto riguarda le altre arti, mi è capitato di vedere del sessismo in ambienti musicali e accademici, ma non li conosco abbastanza da farmi un’idea generale. Poi, non si può non notare che spesso le donne sono ancora in minoranza rispetto agli uomini, ma bisognerebbe valutarne le cause ambito per ambito e capire se è l’ambiente professionale ad allontanarle o se dipende dal percorso scolastico, da motivi familiari o economici… A volte tengo corsi e laboratori per l’infanzia e ho trovato evidente che alla maggior parte delle bambine vengono dati degli stimoli più limitati rispetto ai bambini e la loro fantasia viene così subito castrata. È terribile ed è un problema, solo uno dei tanti possibili, purtroppo. Insomma, il discorso si fa davvero complesso. Credo che la società in generale sia ancora ben lontana dall’essere giusta, ma che ci siano degli ambienti, per svariate ragioni, più o meno salutari di altri.

Patamu rappresenta creativi di diversi settori che si incontrano attraverso il Blog. Sei una artista a cui piace sperimentare e contaminarti?

Mi ritengo una persona piuttosto aperta agli stimoli soprattutto mentali. Nel disegno non riesco a lasciarmi contaminare molto, ho uno stile piuttosto definito e mi piacerebbe tanto riuscire a portare avanti più di un progetto, sperimentando cose diverse, ma per adesso non ce la faccio. Per quanto riguarda i contenuti, invece, osservo e ascolto sempre tanto e a volte questi spunti diventano un personaggio o una storia da raccontare!

Letto 4391 volte Ultima modifica il Giovedì, 04 Maggio 2017 18:24
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1 commento

  • Link al commento Paola Guaini Lunedì, 09 Ottobre 2017 10:19 inviato da Paola Guaini

    Grazie Chiara Filinceri di queste preziose parole.
    Ho da poco ripreso il mio percorso nella scrittura attraverso racconti brevi, poesie e dialoghi sparsi.
    Vorrei sapere dalla tua esperienza se il blog è uno strumento utile per dire qualche cosa di interesse o di carattere sociale e umano che si vuole fare conoscere e in che modo è possibile farlo fruire correttamente e utilizzarlo come strumento del proprio operato.
    Sono personalmente daccordo sull'ascolto attivo e sulla mente aperta da cui possono derivare spunti e personaggi. Mi lascio guidare dall'emozione sentita e faccio scorrere la penna per poi applicare un filtro logico alle prime forme grezze, siano esse idee, ispirazioni o parole.
    Ancora grazie di questo prezioso contributo.
    Attendo una tua risposta.
    Buona giornata.

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