Questo mese la nostra rubrica è dedicata ad Erica Romeo, musicista e cantautrice originaria di Biella, dalle delicate sonorità pop-folk e dell’attenta ricerca dei testi, spesso di natura autobiografica, che si fondono perfettamente con le melodie delle sue canzoni. Simpatica, disponibile e amante dei gatti, il suo incontro con Patamu non poteva che essere subito un successo: il suo brano Little Corner, depositato su Patamu.com, è diventato la colonna sonora dello spot I love my guitar della famosa casa di produttrice di chitarre Ibanez.
Erica ci ha poi mandato un bellissimo video in cui racconta la sua esperienza con Patamu per l'utilizzo del suo brano nello spot Ibanez. Infine, è stata tra i primissimi a partecipare al nuovo progetto pilota Patamu LIVE per l'autoriscossione del diritto d'autore da parte degli artisti durante i concerti live. È un piacere per noi intervistarla come artista del mese.
Hai iniziato a comporre giovanissima, a 16 anni, e non ti sei più fermata. Normalmente segui delle regole precise per scrivere? E quali sono di solito le tue fonti di ispirazione ?
Per me seguire delle regole prefissate vorrebbe dire avvilire l'istinto creativo: se penso a come sono sbocciate alcune mie canzoni, non possono non venirmi in mente le cantate a squarciagola registrate con lo smartphone in auto, sull'ingorgata Via del mare di Roma, al ritorno dal lavoro; oppure le melodie accennate mentre mi preparavo prima di una qualsiasi uscita; e ovviamente le strimpellate con la mia chitarra in una delle tante case in cui ho vissuto. Non seguo regole nel comporre, mi affido molto all'istinto. Invece per i testi vado a momenti: in 16 anni di cantautorato ho imparato anche ad impormi sull'estro, anche se è una forzatura che utilizzo solo in casi estremi. E se dobbiamo parlare di musa ispiratrice, beh, posso solo affermare che la mia Vita è la costante dei miei testi. Pertanto mi ispiro alla Vita stessa.
Dal 2007 in poi hai cambiato più volte città: Biella, Novara, Roma, Dublino e infine Milano. In quale di queste ti sei sentita più a casa e quale pensi offra maggiori stimoli ed opportunità ad artisti giovani ed emergenti?
Eh si, sono nomade dentro, qualcuno mi definirebbe "un' inquieta" :) Ogni città mi ha dato un pezzettino di sé stessa e ad ogni città ho donato un pezzettino di me, pertanto non posso affermare di essermi sentita più a casa in un posto piuttosto che un altro (anche perché sono convinta che "il sentirsi a casa" sia più dato dalle persone che si hanno attorno). Ho amato e odiato Roma, il luogo in cui ho vissuto l'amore più importante ad oggi e in cui sono nate tante canzoni (fra cui Little Corner). A Dublino ho consolidato il naturale istinto di scrivere in inglese, lingua che sento più affine al mio modo di comporre. Ed infine Milano, la città che mi trova serena e ponderata: proprio Milano credo sia un'ottima piazza per chi vuole iniziare un percorso professionale come musicista. Così come Dublino. Certo Nashville... sarebbe meta da testare!
Da Erika B. agli Erica Leaves e ora Erica Romeo. Com'è cambiata, se lo è, la tua idea artistica?
Non credo sia cambiata, bensì che abbia seguito la curvatura della mia personalità, cresciuta nel tempo. Da sempre sogno di poter vivere della mia musica! Il progetto iniziale Erika B. era embrionale, le canzoni molto (troppo) cantautoriali e l'esperienza poca. Proprio per questo è scemato negli anni. Gli Erica Leaves sono la parte più rock e ribelle di me e, anche se attualmente siamo in pausa dai live, stiamo lavorando sui nuovi brani: fra l'altro il progetto è nato in un momento di ricerca di me stessa, un percorso durato quasi 2 anni che non poteva che sbocciare nel progetto folk Erica Romeo (that's me!).
Dopo il video I love my guitar e l’uscita del tuo nuovo singolo, presentato proprio a Febbraio sul palco dell'Ibanez Day, cosa ci dobbiamo aspettare? Quali sono le prossime tappe?
Che cosa mi riserverà il 2015 io ancora non lo so: attualmente stiamo lavorando sull'uscita dell' Ep, previsto per fine primavera, e tutto ciò che ruota attorno. Si fanno piccoli passi, senza fretta e sempre con molta umiltà. La collaborazione con Ibanez mi ha dato la voglia di esprimere me stessa ancora di più, di cantare e suonare, al di là dei limiti geografici (si, sono proprio "un' inquieta" e Nashville mi sembra il posto ideale per suonare folk!!!)