Nell'attesa di sviluppare l'argomento brevetti nel dettaglio in futuro, vi sottopongo una piccola rassegna di esempi in cui l'arma del brevetto e la minaccia di un costosissimo processo per "patent infringment" negli Stati Uniti, hanno creato una paradossale serie di richieste di pagamento al limite dell'estorsione. Protagoniste e arricchite dalla pratica sono alcune società peculiari, dette patent trolls. In sostanza un patent troll è un'entità che, un po' come una società di recupero crediti, si occupa di minacciare azioni legali contro presunti violatori di un dato brevetto.
Negli ultimi anni, la maggior parte dei brevetti riguarda l'informatica, quindi, secondo un'interpretazione un po' troppo letterale, una qualsiasi serie di operazioni eseguibili da un computer con un certo obiettivo (un algoritmo) è teoricamente brevettabile e perciò, chiunque esegua con un computer la stessa serie di operazioni compierebbe un potenziale abuso. E' così il patent troll entra in azione con una minaccia di citazione in giudizio. Siccome negli Stati Uniti andare a processo può costare tantissimo, e il patent infringment è un'accusa insidiosa, molti semplicemente pagano.
Ora, teoricamente non si potrebbero brevettare idee troppo generali, ma dal momento che gli uffici brevetti sono letteralmente sommersi di richieste e di conseguenza non hanno sufficiente tempo per valutare la richiesta, molte idee imbrevettabili finiscono per riceverne uno. Esempi? La procedura di scansione di documenti come allegati di email, la procedura per la costruzione di un menu virtuale per il sito di un ristorante, quella per dotare di una rete wifi un esercizio pubblico, e persino la procedura di segreteria telefonica di uno studio medico, che registra le chiamate in arrivo e smista i clienti ai medici disponibili. Nessuna di queste sarebbe brevettabile, perché generale e non innovativa, ma tant'è che i trolls sono entrati in azione a riscuotere il tributo di sangue da piccole e piccolissime attività.
La Electronic Frontieer Foundation, che si occupa da molti anni di diritti digitali, nell'attesa che la corte suprema vieti questo tipo di pratiche e inponga criteri più rigidi per la brevettabilità di un'idea, ha istituito il premio per il brevetto più stupido del mese.