Siete anche voi tra quei bambini che nelle notti d'estate avrebbero passato ore, sdraiati a faccia in su a guardare le stelle? Meglio su un prato, meglio ancora con una copertina leggera e tutto il tempo per godersi la vertigine del vuoto. Per me quel momento significava anche poter riempire mio padre fisico di domande sullo spazio. Di quelle che non aspettano neppure una risposta, ma sono pura estasi interrogativa. A cui lui, paziente, cercava sempre di rispondere, sapendo che nessuna risposta avrebbe arrestato il fiume delle domande. Anzi. Una cosa che mi rimaneva particolarmente oscura era questa storia che nello spazio non ci fosse suono. Contro ogni evidenza preveniente dalla cinematografia fantascientifica di mezzo secolo almeno, che ha sempre messo una gran cura nel farci conoscere tutte le sfumature sonore incredibili della galassia, la realtà sembra essere molto più triste: niente aria, niente suono. In ogni istante, nello spazio ci sono infinite cose che si muovono, che si scontrano, che esplodono, cose che girano, che si espandono, che irradiano e tutto accade nel più religioso silenzio. Al massimo, dice la scienza, la domanda potrebbe essere: che suono avrebbe lo spazio? Avrebbe, se ci fosse l'aria, se potessimo ascoltare le onde elettromagnetiche, se fossimo in una tuta pressurizzata o dentro uno shuttle. Che suoni sentiremmo se fossimo dentro un robot sulla superficie di Marte o dentro un satellite in orbita intorno alla terra? Che suoni sentiremmo allora? Per la gioia dei bambini di tutte le età, la Nasa, l'ente spaziale americano, quella che nello spazio c'è andata dalla fine degli anni '50 (o almeno così ci ha sempre detto...*) ha deciso di pubblicare un enorme archivio sonoro delle sue missioni nello spazio, che comprende le registrazioni delle comunicazioni spaziali, i suoni di un buon numero di missioni, trasposizioni nella banda udibile di altre onde elettromagnetiche (luce, segnali radio ecc) così da convertirle in “suono” e
molto altro. Alcuni suoni erano già pubblici, altri sono inediti; la qualità non è sempre spettacolare, anche per ragioni puramente di economia dell'operazione, ma la bella notizia è che tutti i suoni, che per facilità di reperimento, sono stati caricati sul profilo ufficiale dell'ente spaziale americano sulla piattaforma
Soundcloud, sono stati pubblicati con dicitura pubblico dominio, e per tanto sono accessibili da tutti e da tutti utilizzabili, modificabili e ripubblicabili. Per questo viaggio sonoro non avrete neppure bisogno della copertina, basteranno un bel paio di cuffie e tanto tanto tempo a disposizione. Buon ascolto!
* Si fa ironico riferimento alla celebre ipotesi di complotto secondo la quale la missione Apollo 11 non sarebbe mai andata sulla luna, ma si tratterebbe di una finzione cinematografica firmata Stanley Kubrick, che in cambio del favore, avrebbe ottenuto lenti speciali per girare il suo Berry Lindon senza luci artificiali. Per saperne di più vi consiglio di leggere
qui o nella pagina in inglese, ancora più ricca di dettagli,
qui.