Il 26 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale. L’evento è stato istituito per la prima volta nel 2001 dalla World Intellectual Property Organization (WIPO), l'agenzia specializzata delle Nazioni Unite creata nel 1967 con la finalità di incoraggiare l'attività creativa e promuovere la protezione della proprietà intellettuale nel mondo. Per Patamu questa è un'occasione per riflettere sui temi del diritto d’autore, della tutela plagio, della condivisione e della proprietà intellettuale in generale.
Con la nascita e lo sviluppo delle tecnologie digitali, i processi di produzione e di fruizione e distribuzione delle opere hanno subito un grande cambiamento. Nell'ultimo decennio le possibilità di diffusione dei lavori artistici si sono moltiplicate a dismisura grazie alla rete, un mezzo perfetto per condividere e far conoscere immediatamente le proprie opere creative a livello globale, consentendo uno sviluppo della produzione culturale che prima era impensabile. Maggiore diffusione delle opere vuol dire anche maggiore contaminazione e biodiversità culturale: grazie alla rete sempre di più artisti di Paesi diversi possono confrontarsi tra loro e partecipare a progetti collaborativi.
Questa edizione dell'Ip Day è orientata proprio a farci scoprire una differente interpretazione della proprietà intellettuale, intesa come mezzo per "supportare l'innovazione attraendo investimenti, premiando i creatori ed incoraggiandoli a sviluppare le idee, assicurando che la nuova conoscenza creata sia liberamente disponibile così che gli innovatori di domani possano costruire sulle tecnologie di oggi".
Anche il progetto Patamu, nel suo piccolo, lavora in questa direzione sin dalla sua fondazione, offrendo con Patamu Registry un sistema per generare una prova d'autore per le proprie opere, con l'intento non di chiuderle dopo la protezione, ma di permettere all'autore di diffonderle più facilmente, senza vincoli e senza la preoccupazione di essere plagiato. È nostra convinzione infatti che un autore che si sente più sicuro sia più invogliato a condividere ed "aprire" la propria opera invece di chiuderla nel cassetto.
A conferma del successo di questa visione, nonostante Patamu permetta la libera scelta tra licenze Creative Commons e copyright tradizionale proprio per non imporre vincoli, più della metà delle 44.000 opere depositate su Patamu sono rilasciate con licenze Creative Commons o altri tipi di licenze libere. Se non sapete cosa sono le Creative Commons, ecco qui un bel video che ve lo spiega!
Trovate più informazioni sull'Ip Day 2017 su questo link.