Giselda Palombi è un'autrice, regista ed attrice eclettica che lavora per la compagnia teatrale Grosso Gatto. La sua natura creativa si spinge fin nella dimensione del racconto e della poesia: ogni fonte di ispirazione è occasione per liberare la sua espressività.
Abbiamo avuto l'occasione di intervistare Giselda per il progetto #diconodipatamu, che ci ha condotti a scoprire la realtà creativa dei nostri utenti. Queste, le domande a lei dedicate:
Ciao Giselda! Parlaci di te, cosa fai nella vita e in che modo utilizzi Patamu?
Sono un'autrice, regista ed attrice, lavoro in una piccola compagnia teatrale e scrivo anche poesie, raccolte di racconti, amo la scrittura e non posso confinarla a un solo ambito, ne sfrutto tutte le possibilità espressive che sento mie.
Qual è il tuo prossimo progetto, l’opera che tutelerai con Patamu?
La mia prossima opera sarà composta da una serie di brani musicali, ancora una volta la scrittura mi permette una grande grado di libertà e ora mi sto dedicando a questo progetto. Questi brani saranno la colonna sonora dei miei spettacoli teatrali, ne curerò così ogni aspetto.
Sei un’artista a tuttotondo!
Sì, sono decisamente un’artista che sperimenta e si dedica a differenti progetti creativi. Penso che ormai viviamo in un mondo fluido in cui il lavoro artistico non essendo considerato con il giusto valore, per lo meno in Italia, si è dovuto reinventare per proporre un’offerta complessa, competitiva, eterogenea, sperimentando più e più lavori creativi.
Come si chiama la compagnia per cui crei tutto questo materiale creativo?
Si chiama Grosso Gatto, un nome nato da una fusione ispirata a Le Chat Noir, per un teatro che vuole essere contemporaneo, sperimentare, proporre uno spettacolo fluido e libero dal concetto. Questo nome è dovuto inoltre a un ulteriore spunto significativo, nato in occasione di un lavoro incentrato sulla realtà degli indiano Seminole, gli unici che non firmarono il patto con gli Stati Uniti. Il rappresentante Seminole si chiamava Grosso Gatto, è ispirandoci a questa figura che vogliamo porci come un teatro anti-convenzionale.
Come hai scoperto Patamu?
Quando mi sono addentrata nel mondo del copy-left ed ho iniziato a lavorare con le compagnie. Ho capito le difficoltà di poter proporre liberamente il proprio testo e metterlo in scena, gli oneri gravosi che non permettono nemmeno di poter devolvere i ricavi per iniziative benefiche e giuste, la difficoltà del mondo teatrale, soprattutto in Italia, una dimensione più conservatrice in questo ambito artistico, e ciò si riflette nelle tematiche e nei contenuti, nelle storie portate in scena.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto lavorando a un monologo di diversi personaggi, si tratta di diverse citazioni di opere classiche in chiave moderna, accompagnate da brani scritti da me, quei brani che saranno il mio prossimo progetto da tutelare su Patamu. Si tratta di uno spettacolo-concerto.
Cosa significa essere un creativo sperimentatore, cosa si prova a fare più opere creative di diverso tipo, curare ogni aspetto di una rappresentazione?
È una complessità adrenalina. La creatività è un motore potente del fare, è galvanizzante! In quest’ottica, Patamu permette di esprimersi liberamente, soprattutto in una dimensione creativa come la mia. Patamu permette di scommettere sulle proprie opere, di poter sperimentare a livello di ricerca, un’attitudine che l’Italia è restia ad esplorare: siamo indietro rispetto all’Europa in ambito artistico e soprattutto teatrale, facciamo riferimento solo a quel che è certezza, che è sicuro e troppo spesso l’investimento per uno spettacolo supera le possibilità delle compagnie.
Possiamo scoprire il lavoro eclettico e battagliero di Giselda sua pagina Facebook della compagnia teatrale Grosso Gatto.