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Martedì, 17 Gennaio 2017 19:11

Patamu presenta alla Commissione Cultura del Parlamento una memoria sul recepimento della direttiva Barnier In evidenza

Scritto da  Adriano Bonforti
Palazzo Montecitorio a Roma, sede del Parlamento Italiano Palazzo Montecitorio a Roma, sede del Parlamento Italiano Wikipedia.it - Manfred Heyde CC BY-SA 3.0

Come allegato in fondo a questo articolo, o direttamente da questo link, potete scaricare la versione integrale della memoria presentata da Patamu alla Commissione Cultura.
Se volete sostenerci vi invito a leggere e condividere l'articolo, ed a continuare a firmare la lettera aperta a Franceschini su www.change.org/stopmonopoliosiae .
Grazie di cuore a chi vorrà diffondere e sostenere la nostra battaglia per un'italia più creativa e trasparente. Adriano

Lo scorso 19 Dicembre 2016 è stato trasmesso alle Camere il decreto legislativo per l'attuazione della direttiva 2014/26/UE cosiddetta Barnier, assegnandolo alle seguenti Commissioni per l'espressione dei rispettivi pareri, prima di tornare in Consiglio dei Ministri per l'approvazione definitiva:

  • VII Cultura (Assegnato il 16 dicembre 2016 - Termine il 25 gennaio 2017) 
  • XIV Politiche dell'Unione Europea (Assegnato il 16 dicembre 2016 ai sensi ex art.126,co.2 - Termine il 25 gennaio 2017) 
  • V Bilancio (Assegnato il 16 dicembre 2016 ai sensi ex art. 96-ter,co.2 - Termine il 5 gennaio 2017) 
Ieri 17 Gennaio 2017 ho presentato alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati, come fondatore di Patamu, una breve memoria sul recepimento della direttiva Barnier, facendo notare come un recepimento che portasse al mantenimento del monopolio SIAE sarebbe non solo discriminante per una realtà come Patamu, che ha voluto fortemente fondarsi in Italia, ma sarebbe un grave segnale per tutta l'impresa culturale italiana.

Se la direttiva venisse approvata così com'è Patamu verrebbe discriminata sulla possibilità di operare per la riscossione delle royalties, laddove realtà estere già possono competere liberamente con la SIAE, in una situazione di disparità paradossale, che viola ogni normativa UE sulla libera circolazione dei servizi e sulla libera concorrenza.

Nella memoria è fatto anche presente che Patamu ha presentato all' Antitrust, massima autorità garante sulla concorrenza, un esposto nell'ottobre 2015, a cui è seguito il 6 Giugno 2016 parere dell'Antitrust alle Camere ed alla Presidenza del Consiglio, in cui l'Antitrust si è detta a favore dell'abolizione del monopolio proprio per non limitare la libertà d’iniziativa economica degli operatori e la libertà di scelta degli utilizzatori. Nel suo parere l'Antitrust afferma, tra l’altro, che:

"Il valore e la ratio stessa dell’impianto normativo europeo risultano gravemente compromessi dalla presenza, all’interno dell’ordinamento nazionale, di una disposizione ormai isolata nel panorama degli ordinamenti degli Stati membri, che attribuisce ad un solo soggetto (SIAE) la riserva dell’attività di intermediazione dei diritti d’autore. (…) L’Autorità rileva che in un contesto economico caratterizzato da profondi cambiamenti tecnologici la mancata apertura del mercato nazionale della gestione dei diritti limita la libertà d’iniziativa economica degli operatori e la libertà di scelta degli utilizzatori.
Il mantenimento del monopolio legale appare, infatti, in contrasto con l’obiettivo di rendere effettiva la libertà dei titolari del diritto di effettuare una scelta tra una pluralità di operatori in grado di competere con l’incumbent senza discriminazioni.
Il regime di riserva delineato dall’articolo 180 LDA, peraltro, esclude la possibilità per organismi alternativi alla SIAE di operare in ambito nazionale, costringendoli a stabilirsi presso altri Stati membri per sfruttare le opportunità offerte dalla Direttiva in parola. È pertanto compito del Legislatore italiano individuare criteri di attuazione della Direttiva compatibili con una adeguato grado concorrenziale del mercato interno, che garantiscono, nel contempo, la concorrenza fra una pluralità di collecting societies stabilite nel territorio italiano e un’adeguata tutela dei titolari dei diritti.
"

Purtroppo questo lucido e netto parere dell'Antitrust è stato fino ad oggi ignorato a livello istituzionale, nonostante l'Antitrust sia il massimo organo a tutela e garanzia di consumatori e libera concorrenza, designato come tale proprio dalle stesse istituzioni che a volte sembrerebbero volerne sminuire, se non ignorare, gli avvertimenti e le indicazioni.

Nella memoria presentata, mi sono soffermato anche sul paradosso del mio caso personale di ricercatore scientifico residente all'estero che ha voluto fortemente tornare in Italia per la nascita del progetto Patamu; progetto che paradossalmente, proprio per il fatto stesso di aver creduto nell'Italia, si trova oggi penalizzato rispetto a realtà estere perché bloccato da un'anacronistica legislazione locale, e si troverebbe ancor più penalizzato nel caso in cui la direttiva venisse approvata con l'interpretazione (sbagliata) attualmente proposta, .

La partita più importante, quindi, che con la discussione su questo provvedimento oggi si gioca, è sul voler dare o meno al Paese un ruolo di primo piano nell'ecosistema delle imprese culturali. Mantenendo invariata la rotta attuale, purtroppo, le imprese italiane sono destinate a soccombere rispetto a quelle stabilite all'estero, od a trasferirsi altrove.

Come allegato in fondo a questo articolo, o direttamente da questo link, potete scaricare la versione integrale della memoria presentata da Patamu alla Commissione Cultura.

(NOTA: indipendentemente da come vada a finire questa faccenda, abbiamo ormai avviato da molto tempo, in segno di protesta rispetto a questo immobilismo, il progetto Patamu LIVE per la riscossione delle royalties nei LIVE, guardando direttamente alla normativa europea e non ai paradossi ed alle disattenzioni italiane).



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Lettera aperta al Ministro Franceschini sulla direttiva Barnier Adriano Bonforti - Fondatore di Patamu.com
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