In queste ultime settimane abbiamo tutti avuto modo di leggere che il governo, salvatosi dal baratro della sfiducia, ha convertito in legge il cosiddetto "decreto-cultura", contenente, tra le altre cose, alcune disposizioni per il rilancio delle attività musicali e dello spettacolo dal vivo.
Oltre al tax credit, ovvero l'introduzione di un sistema di agevolazioni fiscali per chi investe in un certo tipo di produzioni musicali (in modo simile a quanto avviene già per il cinema), il decreto convertito in legge contiene un'interessante norma riguardante la semplificazione amministrativa per l'organizzazione di eventi musicali minori.
Tutto nasce dalla petizione #piumusicalive, presentata e fortemente voluta da Stefano Boeri e sostenuta dal ministro Massimo Bray, per l'approvazione di una legge che potesse favorire la musica dal vivo così come nel Regno Unito è avvenuto con il “Live Music Act”, che ha semplificato l'iter burocratico per gli eventi di musica dal vivo con meno di 200 spettatori entro le ore 23, incentivando le formazioni che si esibiscono “in acustico”.