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Venerdì, 30 Gennaio 2015 01:00

Intervista all'associazione culturale Creative Workshop

Scritto da  Adriano Bonforti
Creative Workshop Creative Workshop Associazione Culturale

Creative Workshop è una prolifica ed attivissima associazione culturale, molto attiva nel mondo della cultura libera, soprattutto sul territorio italiano ma non solo, attraverso vari progetti, tra cui una radio (Radio Life Style), un collettivo di artisti con varie pubblicazioni all'attivo (Jazz Friends) e Be-Creative, la prima webzine dedicata al mondo Creative Commons in Italia, cui partecipiamo spesso anche noi con i nostri articoli (da questo link, scorrendo la pagina, potete leggere gratuitamente tutti i numeri effettuando una donazione libera  all'associazione Creative Workshop se volete sostenere il progetto). Abbiamo pensato di intervistare Fabio Mazzarella e Paolo Folzini per conoscere la loro visione sulla cultura libera in Italia.

Come nasce Be-creative e come nasce l'associazione Culturale Creative Workshop?

L'associazione (www.creative-workshop.org) è nata alla fine di marzo 2013, dall'unione di due progetti distinti tra loro e dalle menti dei loro fondatori: Fabio Mazzarella con Life Style Radio (http://radio.lifestylecommunity.it), una web radio generalista che tutt'oggi ospita nel suo palinsesto solo musica creative commons e promuove a 360° le opere e gli artisti che hanno scelto queste licenze nello specifico, e Daniela Vivarelli che, con Paolo Folzini curava il progetto Jazz Friends, un collettivo di artisti che, a vario titolo, avevano a che fare con il mondo del Jazz e che ogni 6 / 8 mesi fanno tuttora uscire su Jamendo compilations di brani sotto licenza Creative Commons

Be-creative come tutti gli altri nostri progetti, è una costola della nostra associazione. Quando l'abbiamo fondata, avevamo già in mente l'obbiettivo di riunire il maggior numero di persone che condividessero il nostro ideale di cultura accessibile a tutti, libera, e l'abbiamo concretizzato realizzando un progetto unico nel suo genere e nel nostro paese (Italia ndr): una webzine multimediale che accogliesse tra le proprie pagine artisti, musica, libri, recensioni su software open source, fumetti e tutte quelle opere libere che costituiscono nel mondo un patrimonio inestimabile di cultura. Per poter realizzare Be-creative ci siamo dunque affidati alle penne e le tastiere di diverse persone e realtà differenti: appassionati di Open Source, scrittori, blogger, avvocati, giuristi, artisti, giornalisti, netlabel.

Quanti siete, operativamente, a lavorare su Be-creative? E all'associazione?

Operativamente parlando oggi in associazione chi collabora principalmente alla redazione, impaginazione e pubblicazione della webzine è il Presidente dell'Associazione coadiuvato appunto da tutte le persone che liberalmente e in base alle proprie disponibilità di tempo affidano le proprie interviste, recensioni, articoli e approfondimenti al progetto. Il numero di queste persone quindi varia di volta in volta, di pubblicazione in pubblicazione. Come tante altre realtà imperniate sul volontariato, anche a noi capita che il tempo che si può dedicare alla rivista o all'associazione è poco se non addirittura nullo, e allora via a rubacchiare qualche ora di sonno perchè una certa scadenza va rispettata. È curioso pensare come la maggior parte di noi consideri questo il proprio vero lavoro, cioè quello che rende la banalità quotidiana meno scontata.

Se non andiamo errati, per scelta parlate solo del mondo Creative Commons, trovate molto materiale sia come articoli che come realtà di cui parlare?

Il mondo delle opere copyleft è sconfinato! Musica, libri, software libero... Per questo è nata Be-creative, per dare spazio e voce a tutto ciò che, per via delle meccaniche commerciali o monopolistiche che ben conosciamo, passa in sordina. Noi ne siamo il megafono. Esistono, ma molte hanno davvero poca visibilità, il nostro scopo è raggiunto nel momento in cui facciamo in modo che il maggior numero di persone ne venga a conoscenza. Creiamo un network per la libera circolazione delle idee e dell'arte!

Quanto credete che sia diffuso il Creative Commons in Italia: solo una nicchia, o un movimento gigante ma ancora non visibile? Pensando al futuro come vedete evolversi lo scenario?

Qui in Italia siamo ancora molto indietro (come in tanti altri settori) rispetto ad altri paesi europei: da noi molti artisti ancora non sanno che esiste un'alternativa alla siae, e sempre troppi di loro pensano che le associazioni per la tutela del diritto d'autore siano l'unica via per arrivare alla fama e al successo.

Pensiamo sia proprio questo il punto focale della questione: esiste un mondo, un modo di pensare che ritiene il possedere (copyright) il modo corretto di gestire le cose che porta le persone al raggiungimento dei propri obbiettivi: per esempio faccio una bella canzone, la deposito in siae e, se avrò fortuna, diventerò famoso. Il nostro modo di concepire l'arte (e il vivere in genere) è diametralmente opposto: se io scrivo una bella canzone la prima cosa che voglio fare è condividerla con le altre persone (copyleft): depositandola sotto una licenza Creative Commons sono sicuro che nessuno potrà attribuirsene la paternità e intanto il prodotto è libero di girare ed essere ascoltato (o letto, o guardato) da migliaia se non milioni di persone. Se poi la mia opera avrà proposte commerciali se ne potrà riparlare: infatti le licenze Creative Commons sono modificabili in qualsiasi momento, a differenza dei depositi siae.

Se ci fermiamo a riflettere, c'è tutto un apparato creato ad hoc per sostenere il diritto d'autore (copyright); poco fa si parlava di poca visibilità, ed è normale se ci si pensa: non c' è lucro nella libera circolazione delle idee, delle opere e dell'arte in genere.

È logico quindi che l'establishment crei aberrazioni come ad esempio ”X-factor”, in cui da una parte viene fomentata la competizione al posto della condivisione, dall'altra genera un esercito di "vorrei essere anch'io famoso come loro", che per far ciò si iscriveranno alla siae e così facendo verranno foraggiati con sogni raffermi. Ormai si vende musica con le stesse strategie con cui si vende un detersivo, ragion per cui la bravura e il talento non contano quanto l'essere un fenomeno da baraccone, o essere giusti per un determinato target di consumatori. MEGLIO LIBERI (scusate per la sentita divagazione).

Fare una rivista con questa qualità è molto dispendioso in termini energetici: riuscite ad avere una buona diffusione già con la versione digitale? Avete mai pensato di uscire anche in cartaceo?

Abbiamo un’ottima diffusione, ormai il mondo intero si muove su internet. La rete è il sistema migliore per divulgare la conoscenza e il numero sempre più crescente di lettori conferma questo dato di fatto.

Il cartaceo sicuramente in altri casi potrebbe consistere in un gustoso cadeau, ma ha dei costi troppo elevati ed inoltre richiederebbe, in termini burocratici, un dispendio di risorse troppo elevato in questo momento per il nostro progetto, che ricordiamolo, è basato sul volontariato, non contiene pubblicità commerciale di alcun tipo ed è sostenuto solo attraverso le donazioni libere e i fondi derivati dai tesseramenti alla nostra associazione. Per ora ci affidiamo alla rete che costituisce un'enorme possibilità di visibilità, una rivista di carta prima o poi finisce dimenticata o peggio nella spazzatura. Inoltre crediamo che in futuro gli archivi saranno totalmente digitali, così ci attrezziamo già da ora :)

Qual’è il profilo tipico dei collaboratori alla rivista?

Non esiste un profilo definibile con una parola, collabora con noi davvero chiunque, dal semplice appassionato di musica al compositore, dal blogger all'avvocato, dall'insegnante allo studente. Se ci pensi, è qualcosa di davvero straordinario! Rappresentiamo a tutti gli effetti un movimento, un movimento di pensiero, un pensiero LIBERO.

Avete un'idea del profilo dei lettori?

Spesso riceviamo email da case editrici o etichette indipendenti più o meno conosciute che ci chiedono di pubblicare un articolo su una loro uscita particolare o su un artista di cui si occupano, evidentemente siamo discretamente seguiti anche dagli esperti del settore. Il progetto è ancora giovane ma in continua crescita. A questo proposito vorremmo sottolineare una cosa: chiunque può sottoporci materiale, idee, progetti; l'importante è poi collaborare insieme per realizzarli. Tutto ruota intorno al concetto di CONDIVISIONE ed alla sua messa in pratica: condivisione di un progetto, capacità di collaborare ed interfacciarsi affinchè esso viva e cresca. Mettere a disposizione degli altri le proprie competenze sicuri che anche loro faranno lo stesso, creando così una conoscenza (e coscienza) CONDIVISA. È un po’ il vecchio concept di Napster e del più recente sistema torrent, informaticamente parlando. Un altro esempio più estremo, ma da noi visto con curiosità, è il fenomeno di Wikileaks.

Siete molto prolifici come realtà: puoi parlarci degli altri progetti dell'associazione Culturale Creative Workshop?

Life Style Radio (http://radio.lifestylecommunity.it) web radio monocanale, generalista e d'intrattenimento con un palinsesto continuativo 24h24, ospita le voci e i format di speaker più o meno professionisti non necessariamente solo italiani, infatti annoveriamo tra i nostri bravissimi conduttori radiofonici anche Mike che realizza da ormai 6 stagioni un format di successo di musica CC in lingua inglese (US).

Life Style Music (http://music.lifestylecommunity.it) la nostra piccola comunità di musica creative commons. Un piccolo social network in cui ogni artista che pubblica musica libera può iscriversi, creare un profilo e caricare fisicamente i propri album perchè siano a disposizione del pubblico per l'ascolto e il download o anche per la semplice promozione di un album in vendita su un altro portale.

Rock Against Siae, non è propriamente un nostro progetto ma è stato lanciato da un collaboratore della nostra web radio, Alessandro Del Giudice, al quale noi offriamo volentieri tutto il nostro appoggio con pubblicazioni e trasmissioni radiofoniche ad hoc: consiste in una serie di eventi di musica dal vivo itinerante, a cui partecipano band di musica rock ed heavy metal che non sono iscritte in siae o hanno ritirato il loro mandato per affidarsi completamente alle licenze Creative Commons e a realtà come la vostra (Patamu) per la tutela delle proprie opere e a Soundreef per la riscossione dei proventi.

Come vi mantenete (modello di "business") e come possiamo sostenere la vostra realtà?

Come già detto poco fa, noi siamo una realtà no-profit per questo motivo per sostenere i nostri progetti sono indispensabili tre cose: volontariato, soci e donazioni. Il modo migliore per sostenere tutto quello in cui crediamo è di diventare soci o donare. Tutti i fondi infatti sono completamente reinvestiti nelle nostre attività.

Quale pensate che sia lo stato della cultura e dell'arte in Italia, quali sono le vostre soluzioni per migliorarlo in futuro? Come preservare la risorsa più grande in Italia, quello della creatività?

Facendola circolare il più possibile, portandola nelle case di tutti, parlando, condividendo e sensibilizzando l'opinione pubblica su tutti quei temi che i poteri forti vogliono a tutti i costi soffocare per continuare indisturbati a lucrare sulla più grande risorsa del mondo, la cultura. In italia abbiamo il più grande patrimonio artistico del mondo ma siamo governati e legiferati da persone che dentro sono "vecchie", che non si sono adattate al cambiamento.

Come abbiamo detto all'inizio è difficile lottare contro lobbies che controllano pressochè tutti i mezzi d'informazione. Quel "pressochè" è denso di significati, in quanto con Internet ad esempio non ce l'hanno ancora fatta. Ecco perchè si parla tanto di regolamentare la rete e addossare ad un povero blogger senza un euro le stesse responsabilità penali di un editore: per metterci il bavaglio, perchè molti di noi non possono essere comprati, perchè siamo, secondo certa gente, utopisti (gran brutta malattia, quella)...sarà anche così, ma se non altro siamo ancora vivi e curiosi.

Grazie di tutto

Fabio Mazzarella Paolo Folzini

Letto 5120 volte Ultima modifica il Venerdì, 30 Gennaio 2015 17:33
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