Il 13 ottobre 2014, alla presenza dei Presidenti delle Commissioni relative ai temi dei diritti fondamentali in corso a Roma per il semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea, Laura Boldrini ha presentato la bozza della carta dei diritti di internet, risultato del lavoro di questi mesi dalla commissione presieduta da Stefano Rodotà.
Si tratta della prima pietra in un processo di riconoscimento di diritti e principi fondamentali come la neutralità della rete, il diritto all'oblio, e in generale alla libertà di espressione, all'uguaglianza, alla partecipazione [...]
La partecipazione dei cittadini all’attività parlamentare e alle decisioni in materia di legge ha guadagnato una sempre crescente centralità nel dibattito politico quotidiano. In quest’ottica, un primo segnale significativo per alterare il modo in cui cittadini e politica si relazioneranno nel futuro prossimo arriva dalla Finlandia, dove una recentissima modifica costituzionale ha introdotto con una certa autorevolezza una solida legge di iniziativa popolare. Il passo avanti rispetto ad analoghi istituti presenti in altri paesi (tra i quali l’Italia, dove però leggi di questo genere si scontrano con difficoltà spesso insormontabili per essere messe in agenda) è l’obbligo per il parlamento di votare la proposta, verificatane la conformità ed eventualmente fatti gli adattamenti del caso.
Ciò che colpisce qui è non tanto l’apertura legislativa in sé, (che pure sembra impensabile altrove) quanto la ricerca da parte della “società civile” di strumenti efficaci e trasparenti per implementare praticamente il portato potenziale della legge, facendo sì che politica e cittadinanza cooperino fruttuosamente, ciascuno nella sua sfera, senza conflitti o delegittimazioni.
Per venire incontro alle difficoltà oggettive derivanti dalla scrittura di una proposta di legge, infatti, è stato creato Open Ministry, organizzazione no-profit la cui missione è sviluppare, usando tecniche di crowd-sourcing, i progetti di legge proposti dai cittadini. L’idea, sviluppata da Joonas Pekkanen, in sostanza si fa carico di formalizzare la legge insieme ai gruppi proponenti e un team di avvocati (il tutto gratuitamente) e di fornire la piattaforma online per la raccolta delle firme.
Quello che sorprende, dall’ottica italiana, è la competenza con cui i cittadini hanno fatto uso di questo istituto che vanta già un certo numero di proposte in studio. Solo per dare un’idea del tenore dell’iniziativa cito le prime tre leggi nate grazie alla piattaforma e che con ogni probabilità vedranno il parlamento molto presto: l’estensione del matrimonio ai cittadini omosessuali, la riforma della legge sul copyright, (presentata da common sense in copyright su un modello che preme molto sul rispetto del fair use e sulla depenalizzazione dello scambio peer to peer) e l’estinzione graduale degli allevamenti di animali da pelliccia.
La legge di iniziativa popolare diventa in questo modo un efficace sistema di integrazione di pratiche di democrazia diretta e rappresentativa, dimostrando come quest’ultima sappia interpretare positivamente le istanze di partecipazione della cittadinanza, evitando le sclerosi partitiche che caratterizzano la politica italiana e come quella, all’interno di un adeguato tracciato di strumenti giuridici moderni, possa rispondere con maturità e intelligenza alle sfide poste dalle nuove forme di democrazia.